Lamberto Cracco,
fotografo
Cracco:
.. quando vi sono entrato
nel 1958 la sezione fotografica del Dam era già organizzata molto bene ..
presidente era De Pretto .. poi c’era Guiotto e poi arrivò Sist … ricordo
le magnifiche gite che facevamo con Elio Rossato, il vicentino Buzzati e altri
… un periodo davvero bello, avevamo una grande passione .. pur lavorando duro
nelle nostre professioni passavamo serate a stampare in sede anche fino alle 2
di notte … curavamo molto la stampa … Elio era bravissimo ed esigente .. lui
e la moglie avevano lavorato dal fotografo Fornasa in Oltreagno .. io ho
cominciato a fotografare con una Alba 24x36 della Ferrania credo .. dopo presi
la Rolleicord .. poi varie meccaniche .. una Nikon e infine una Contax e una
Yashica con obiettivi Schneider .. non si scappa per fare fotografie ci vuole un
buon obiettivo .. poi in sezione entrarono il professor Fazia, Domenico
Franceschi e il pittore Sergio Zen … loro ci apparivano come maestri che
volevano portarci avanti … troppo avanti forse… noi che non avevamo
abbastanza istruzione sull’arte … io cercai invano di realizzare qualche
corso d’istruzione sul tema …
intervistatori:
.. intendi che l’impresa
proposta era cosa superiore alle vostre capacità culturali?
Cracco: sì .. quello che noi fotografavamo di solito lo si faceva
col gusto nostro semplice … non avevamo le basi dell’arte ..
interv: ma non avete mai pensato che anche quei tre-quattro maestri
avessero pure loro una grande confusione in testa?
Cracco: ..
non lo so … non lo sapevo... di sicuro mai immaginato …
interv: .. quindi non l’avete mai presa come un’avventura
leggera .. come una specie di
gioco?
Cracco: .. no mai …
del resto avevamo capito, vedendo mostre e leggendo riviste, che non c’era
nessuno almeno nell’alta Italia che seguisse queste idee … forse a Milano ..
interv: … in fondo eravate un gruppetto di gente più o meno
qualificata che partiva assieme per entrare in una giungla oscura non sapendo
per niente cosa vi si sarebbe trovato..
Cracco: io ricordo che
si faceva notte fonda a furia di ciàcole e ricordo anche che si andava a casa
con la testa piena di idee non chiare .. pieni di confusione ..
interv: .. la
funzione della cultura è quella di creare casini e non di organizzare il
pensiero e meno che meno indottrinare … è stato questo uno dei motivi per cui
l’esperienza è andata a dissolversi? per queste vostre riserve mentali..?
Cracco: forse … in
fondo tutti credo si tende andare avanti col solito tran-tran .. si torna
indietro e poi ci si ferma del tutto … del resto oltre a Rossato che era il
caposcuola e Bepo Fornasa non ci furono molti altri che continuassero su quelle
strade … forse perché non avevano recepito ..
interv: ..
o forse i maestri non seppero spiegarsi bene ..
Cracco: no
… erano molto chiari e non sembravano avere dubbi su ciò che dicevano
...
interv: ..
dubbi sul fatto di dover far qualcosa di nuovo no ma giuste incertezze sì
… nel senso che in una giungla non sai mai dove vai a finire … l’obiettivo
comunque è camminare evitando le solite vie che tutti hanno già battuto …
non per presunzione ma per mettersi alla prova … provare ad inventare qualcosa
nel buio … unico motivo valido, serio per agitarsi …
Cracco: ..
ricordo una mia sensazione e di altri … di trovarci davanti una
muraglia ..
interv: ahhh
.. ma la boscaglia non è un muro! … ha tanti passaggi che un muro
compatto non ha .
Cracco: .. sarà …
noi non avevamo l’arte di andare avanti .. non avevamo in testa l’idea di
quel progresso che quelle chiacchierate tentavano di spingere …non avevamo le
basi per quelle cose..
interv: .. la muraglia
forse indicava in voi uno stato di impotenza …il muro è qualcosa che ti
blocca dentro il tuo carcere … allora o hai un piccone e fai un buco e esci al
di là o te ne stai fermo nel tuo cortiletto di sempre … invece quelle ciàcole
tentavano di comunicare un messaggio di movimento … da farsi comunque ..
dicevano: tusi, non sappiamo di preciso dove andremo a finire ma comunque
dobbiamo andare e l’immagine dello scenario per questa impresa non poteva
certo essere un muro ma i mille misteriosi viottoli del bosco interiore di
ognuno .. ognuno, al di là della cultura, avrebbe dovuto sentirsi invogliato al
fare senza paura … e quindi in grado di affrontare .. cosa? .. la difficoltà!
.. e ognuno ha la sua …
Cracco: .. quando sono entrati i maestri, noi eravamo fotoamatori da un pezzo e seguivamo una linea
nostra di gusto … mai avevamo avuta la cognizione di fare arte … facevamo
fotografie e basta … l’intervento dei maestri
all’inizio è stato molto bello … ci siamo buttati dentro … abbiamo
provato e anche trovato qualcosa di buono .. poi ad un dato momento ci siamo
trovati davanti al muro … forse non avevamo capito che era un bosco … però
per un po’ ho tentato …quante ore piccole ho fatto con Elio Rossato! .. con
quei discorsi in testa … con le foto davanti … tagliamo di qua, togliamo di
là … bisogna fare così perché ci hanno spiegato così e così … e lì già
si presentava il muro...
interv: .. quelle novità
furono recepite volentieri in quanto migliorative o le sentiste come
un’imposizione..?.
Cracco: .. no, no ..
mai imposizione … il fatto è che non siamo più stati capaci di andare avanti
...di corrispondere alle aspettative degli altri, dei maestri …
interv: .. ah dunque voi nell’operare … scattando o rielaborando
in camera oscura … pensavate ai maestri
.. pensavate che loro volevano vedere questo piuttosto che quello .. oh oh ..
ecco perché vi sorse il muro .. fu la paura del giudizio di quelli … mentre
bisognava ascoltarli e poi ucciderli i
saccentoni! e continuare a produrre le vostre cazzate sapendo serenamente che ormai le fotografie che voi avreste
fatto da allora non sarebbero più state, neanche se lo aveste voluto, nemmeno
lontane parenti di quelle di prima … questo sarebbe stato un bel prodigio …
il frutto nobile di tutte quelle ciàcole … l’atteggiamento di ricerca, di
“rischio” è alla base del progredire anche artisticamente .. ebbene non fu
assimilato … più che i concetti sull’arte non fu recepito il messaggio del
“rischiare”, del mettersi in
gioco, del pensare con la propria testa pur con gli stimoli che ti vengono dagli
altri … provare e riprovare … se casomai la cosa non viene bene la butto via
ma persevero … il fatto di non rischiare è il grande limite di tutti i
dilettanti.
Cracco: .. certo ma ci
veniva detto via questa linea, via questa
parte, via quel particolare … ecco noi eravamo titubanti a fare questo …
insisto .. non avevamo la cultura di arrivare a certe cose...
interv: guarda Lamberto
che quelli che non hanno una grossa cultura scolastica mitizzano chi ce l’ha
… errore … in fondo cosa i maestri
dovevano comunicarvi? … dovevano farvi capire l’enorme rispetto che essi
avevano della vostra non cultura e
quindi farvela rispettare anche da voi stessi … i sommi artisti non furono
tali perché erano andati all’università...
Cracco: ..
questa avventura comunque non fu abbandonata da tutti … ad esempio
Loris Lorenzini ... quando nel 1972 entrò in sezione io ero ancora presidente
.. si facevano allora molti concorsi nazionali .. nelle classifiche Elio Rossato
si classificò un anno 18° e prese un primo premio a Firenze, io un secondo a
Gorizia … prima della rivoluzione dei maestri
eravamo presi dal fare fotografie alle vecchiette e in laguna
… sì .. Elio vinse a Firenze con una che cucinava il pesce in piazza
ed io invece con una finestra di Murano...
interv: poi arrivarono
i maestri e si misero a frantumare
tutto questo vostro passato ...
Cracco: … urca se ci ripulirono ben bene! … parecchio...
interv: ..
vi negarono il sentimentalismo ...e cosa successe con il rovesciamento
dell’immagine...?
Cracco: oh quello sì fu assimilato... concordai subito anche contro
il parere di qualcuno dei soci ..
interv: .. in effetti girandola l’immagine può diventare più
intensa … ma allora se tu eri d’accordo perché non ti sei sentito spinto a
continuare sia pure con qualche dubbio...?
Cracco .. non sono
stato capace di abbattere il muro ma anche per problemi personali, la famiglia,
il lavoro … all’inizio eravamo scapoli e c’era solo la fotografia … con
due marmocchi la cosa cambia e poi non ultimo anche il fattore economico … la
carta e i prodotti chimici costavano parecchio sapete …. la direzione Dam ci
dava abbastanza soldi in base alle attività svolte … mostre … avevamo una
camera oscura ben attrezzata … abbiamo fatto venire diversi grandi fotografi
come Casellati, Milozzi, De Biasi, Roiter il quale fu anche un po’ contestato
.. però guardate che quei grandi nomi erano molto costosi .. molto …. sono
stati anni magnifici .. ricordo le serate
alla Tomba con le foto appese con le mollette ad uno spago tirato da una parete
all’altra .. le discussioni, la convivialità … fu bello perché si faceva
con entusiasmo e con spirito di ricerca .. col desiderio di guardare avanti …
si poteva restare tutta la sera su una fotografia … ecco il valore principale
di un club è il riunirsi, esporre le opinioni diverse, confrontarsi … il
piacere di stare insieme e di dire liberamente quello che viene in mente... ma
sapete voi che io ho ancora dentro il grande problema di cosa vuol dire arte ..
essere artisti …
interv: il termine arte
non andrebbe usato mai … bisognerebbe sostituirlo con qualcos’altro come
passione, perizia, avvedutezza, pertinenza, lavoro, soldi come per Andy Warhol
… arte è una parola di comodo … contiene tutto e il suo contrario …
quante volte scopri che una cosa è arte per te e non per un altro? … dipende
da simpatie, sentimenti oltre che da cultura … e poi quanto dipende dalle
astuzie del mercato? .. dalle mode … dagli intellettuali che dettano le leggi
di giudizio … boh … come per altre situazioni bisogna imparare a vivere un
po’ in mezzo alle nuvole... l’arte
forse deve essere il regno dell’inutile ... come diceva qualcuno: non c’è
niente di più utile delle cose inutili... questo è uno spiritoso paradosso …
ecco l’arte dovrebbe essere sostanzialmente paradosso... l’artista si
ingegna a disattendere radicalmente le premesse…a spostare maliziosamente le
aspettative del fruitore magari facendolo arrabbiare perché costui vuole il
mare azzurro e non rosso... perché per lui vedere il mare rosso comporta una
fatica .. una fatica psicologica ... insomma, Lamberto,
i maestri di quel 1972 vi hanno
propinato dei bocconi troppo grossi da digerire .. vero? ... e quindi successe
che quasi dalla sera alla mattina il gruppo si dissolse ..
Cracco: .. per me ci
furono anche questioni familiari e il lavoro alle Alte .. per gli altri del
gruppo non saprei cosa rispondere … che so … forse era finita un’epoca …
c’erano conflitti .. ne sentivo un po’ parlare ma non li ho mai approfonditi
proprio per tutte le altra cose che avevo da fare .. certo è che fino a quando
quei maestri continuarono a venire in sezione le cose stavano in piedi …
interv: .. il bello è che tra queste persone che definiamo i maestri
nessuno di loro aveva la più pallida idea di come fosse fatta una fotocamera e
di come si facesse una fotografia .. davvero … essi rappresentarono elementi
di strani stimoli .. il fatto è che non agirono per il tempo sufficiente per
consolidare tali idee innovative … del resto molte delle esperienze che
segnano le nostre vite durano troppo poco .. per svariati motivi anche di ordine
pratico … quando frana tutto resta a volte un vano rimpianto ma a volte in
qualcuno anche un senso di liberazione perché il nuovo significa avere e
praticare una buona dose di anticonformismo, di ribellismo … ma spesso qui per
ragioni etniche o sociali o politiche il procedere a lungo controcorrente costa
troppo … i piccoli ribelli alla fine si acquattano … lasciano perdere la
ricerca e la pratica delle sfide un po’ audaci che sono come le spezie sul
cibo … la creatività è fatta di sale e di pepe... ma ai più non piacciono
le pietanze piccanti … ossia le cose che fanno meditare ..
Cracco: ..
di certo noi non abbiamo lasciato la sezione perché non ci piacevano le
pietanze piccanti anche se spesso per noi erano come cibi esotici … e nemmeno
per boicottarla ... senza fare tanti discorsi grossi io dico con estrema
sincerità che noi tutti siamo stati personalmente arricchiti da quelle
esperienze …. e non solo sulla fotografia … tant’è vero che dopo tanti
anni stiamo ancora qui a parlarne ... però adesso basta altrimenti mi scoppia
la testa …