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Fernando Soldà, fotografo

 

intervistatori:  ..  partiamo da questa immagine solarizzata di un tronco d’albero tagliato .. ha una forte dose di intensità … di drammaticità...

Soldà: .. un intreccio di forme in bianco e nero .. di linee curve … orizzontali e verticali fortemente contrastate in camera oscura … credo corrispondesse allo stato d’animo mio di quel momento … un po’  incatejà … ingarbugliato … ma pieno di entusiasmo per la ricerca … su di me … magari rispecchiava il mio inconscio... si sa che scavando nel profondo si può andare alla ricerca della personalità dell’autore...

interv: ..  d’accordo … infatti hai colto un tuo grafismo sulla superficie creata da un casuale intervento dell’uomo  sull’albero … un labirinto dovuto all’opera inconsapevole della motosega che fatto il taglio … lì tu hai colto dei segni .. e li hai fatti tuoi … anche come simboli delle nostre situazioni oscure, confuse ...

Soldà:  ..  sono sempre stato attratto dalla fotografia … conoscendo Elio Rossato, parlandone, essendo già appassionato facevo paesaggi, ritratti .. le solite cose .. Elio mi ha contagiato con la carica che aveva di trascinamento … mi impressionava la sua bravura tecnica e l’occhio clinico e la carica espressiva... mi ha fatto vedere le sue foto e conoscere la camera oscura e allora ho cominciato a stampare insieme a lui … avevo una moto, l’ho venduta e col ricavato comprai una Rolleicord 6x6 usata... poi nel 1970 sono entrato in Fotoricerca .. e sono iniziate le serate … le prime mostre ... al di là della fotografia è stata una importante esperienza personale di vedere il mondo, guardarsi intorno … prima guardavo le cose senza approfondirle poi da allora in poi ho cominciato a vedere diversamente … particolari di case, dei paesaggi che prima non vedevo … insomma un altro modo di vedere per apprezzare di più ... le serate con i pittori Montagna e Zen e con i critici Menato prima e Fazìa e Franceschi dopo … la mostra di Torino su Kandinskij ... frequentare quel gruppo fu una bellissima esperienza che oltre ai  nuovi modi di vedere .. ancora adesso che non fotografo più il mio occhio è sempre fotografico … aveva anche un importante lato sociale .. le cene, le discussioni .. si era creato un gruppo di amici in un’ondata di entusiasmo … è vero c’erano anche molte polemiche, forse troppe ma ... ricordo poi specialmente la mostra su Valdagno e ricordo l’entusiasmo della gente che trovava in mostra le foto di particolari architettonici e diceva, come? .. ci passo sempre davanti e non l’ho mai visto...e le altre mostre alla galleria di Fazia, le serate di diapositive a Recoaro, Arzignano, Vicenza...

interv:   ..  ma questi pittori e critici cosa vi facevano in concreto? ...

Soldà:  ..  c’era da lottare contro una mentalità di noi fotografi ma anche contro quella dell’ambiente … ad esempio ricordo che non c’era tanta disponibilità da parte della amministrazione comunale per l’uso della Galleria dei Nani a palazzo Festari … dicevano che la galleria è riservata ai pittori e poi che noi eravamo una associazione privata .. non si aveva cioè campo libero, libertà mentale … c’erano delle provocazioni su quanto facevamo perché non lo si condivideva ... invece in sezione nelle serate si portavano le fotografie e c’era discussione franca, critica ma sempre costruttiva con insegnamenti ... ricordo quella mia serie fatta a Comacchio .. mi hanno dato tutti grande soddisfazione … vedete si parlava tanto dell’astratto ed io vedevo in quei giochi di luce nella laguna solo le forme astratte 

interv:   ..  a ritmi geometrici … quasi musicali...

Soldà: ..  certo … mi piace la musica .. classica  … operistica ... e poi mi sono dedicato ai tronchi d’albero tagliati … ho anche provato in qualche occasione ad imitare Rossato fotografando la neve perché lo ammiravo molto ma i miei risultati erano troppo lontani dai suoi ...

interv:  ..  ma se era bello, se dava tanta soddisfazioni perché lasciar perdere ...?

Soldà:  ..  mah certamente con l’abbandono di Franceschi .. per vari motivi … è venuta a mancare la guida … non bastano le chiacchiere  .. bisogna anche fare … organizzare .. invece si faceva solo la mostra annuale e la fotografia del mese su Filo Diretto con le spiegazioni di Farinon … in verità anche Lorenzini si è dato molto da fare per tener vivo l’ambiente ma i primi fotografi piano piano si erano ritirati tutti … sono è vero entrati dei nuovi ma il nuovo e il vecchio non si sono amalgamati … bisogna sempre preventivare mostre … la mostra programmata ti stimola a fare .. hai in motivo, un impegno  … io poi ho lasciato anche per pesanti problemi personali … cose della vita...