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Claudio Zordan, fotografo

 

Zordan:  : … all’inizio non c’era neanche una stanza .. questa venne dopo … mio fratello che era in “fabbrica” mi disse: guarda, stanno costituendo un gruppo fotografico … io non avevo ancora una macchina fotografica … la prima riunione fu fatta alla piscina coperta .. io ero il più spaesato … c’erano Elio Rossato, Sergio Guiotto, De Pretto, Carlo Zanuso detto Zanusetto che ricopriva incarichi importanti dentro il lanificio Marzotto … egli dicendo che ci occorre un ufficio affermava categorico che senza macchina da scrivere non si fanno fotografie … e così nacque la sede storica … anno 1954 … nel 1955 andai militare e con i soldi del corso sottufficiali comprai a Gradisca la mia prima macchina .. forse una Ferrania … venuto a casa cominciai con il concorso Fotografa le tue vacanze sul Bollettino aziendale - che ancora non si chiamava Filo Diretto - … le mie foto le stampò Otello Fochesato … Heinrich Krisa, un funzionario dell’ufficio esportazioni, mi portò da Dresda una Yage con cui andai in viaggio di nozze … poi con i primi soldi risparmiati arrivò la Rolleicord … lire ottantamila … il sogno di tutti … è ancora funzionante … alla fine Elio Rossato e Lamberto Cracco, amici per la pelle, mi hanno convinto a provare la camera oscura … e lì la zè sta’ fatta … entri nell’ingranaggio … la possibilità di fare questo o quest’altro .. togliere … aggiungere … una sera io e Elio dalle 8 eravamo intenti a stampare per un concorso … ad un certo punto Elio mi manda a prendere un panino giù al bar … torno dicendogli che doveva essere successo qualcosa di grave perché al bar e in giro era tutto buio e deserto …senza che ce ne fossimo accorti erano arrivate le 4 di notte .. per 6 mesi fui anche presidente e spesi tutta la contribuzione per allestire una sala di posa con fondali, lampade perché prediligevo i ritratti …. oh poi a quei tempi .. negli anni ’50 e ’60 c’era la moda di partecipare ai concorsi fotografici …

intervistatori:   .. erano occasioni per fare raffronti tra voi fotografi

Zordan:  .. mah .. la verità è che abbiamo impiegato dieci anni per capire che servivano solo a premiarsi uno con l’altro … ad esempio ci siamo accorti che la stessa foto veniva premiata in trenta concorsi diversi … tutta una menata .. comunque mantenevamo rapporti con gli altri circoli inseriti nella FIAF … specie quello di Padova

interv: .. e praticamente come procedeva l’apprendistato alle arti del fotografo?

Zordan:   .. nella pratica Elio Rossato mi faceva provare tutti i nuovi prodotti chimici e pellicole per il bianco e nero … e avanti sempre a testa bassa a stampare foto … poi entrarono Fazia, Franceschi, la signorina Pozza di Recoaro e Sergio Zen …e lì cominciò Fotoricerca.

interv:  … che tipo di cambiamento avvenne?

Zordan: … un cambiamento totale … la vera passione venne allora … la passione forte dell’inventare …. cominciai con le sovrapposizioni sui ritratti …

interv: .. ricordo un ritratto forse di tua figlia che avevi portato ad una riunione … noi lo criticammo un po’ dicendo potresti fare così e colà e poi tu hai portato la foto rifatta e il risultato fu eccellente .. 

Zordan: .. sapete … parlando di maestri va detto che chi mi ha insegnato molto a tagliare l’immagine fu la moglie di Elio … sì proprio lei! … “via questo, via quello … potresti fare così..” … e funzionava … anche il dr Casellati di Vicenza prima del 1971 mi ha insegnato molto … ricordo … avevo un pacco di foto fatte nel Polesine e lo portai ad una riunione come si usava … egli le scorre velocemente e del pacco dice “queste sono un caro ricordo di una bella gita e nulla più … ecco solo questa è interessante ma dell’immagine utilizzerei solo questa parte …  una parte molto molto piccola … un pezzettino del fotogramma … fu una lezione di modestia … egli affermava che meno cose ci sono dentro la foto meglio è … importante è stampare bene e usare la carta giusta  … e veramente stampata come lui diceva una mia foto vinse un premio ad un concorso.

interv: come si è passati da questo primo Circolo in cui non c’erano molte discussioni ...

Zordan:   eh no!  …si discuteva eccome … e si era anche piuttosto ombrosi.

interv: .. comunque cosa successe quando entrarono i maestri del 1971?

Zordan: penso che da tempo alcuni di noi sentivano il bisogno di qualcuno che criticasse e che ti dicesse: “guarda, perdi il tuo tempo, butti via soldi” … credo fu Sergio Zen a portare qui Fazia e Franceschi … che introdussero in noi una grossa crisi cominciando a parlare di equilibrio, di masse, di chiaroscuri, di incisioni, di … molti si diedero allora a cercare la porta di legno incarolà … io mi diedi a fare sovrapposizioni in camera oscura … sono sempre stato appassionato di cinema dove ho imparato molto sulla fotografia … Storaro, Fellini, Visconti, Bergman, i giapponesi … mi ero già accorto che dentro ai loro film c’erano fotografie favolose …  e poi ho imparato a sbagliare più di una foto per farne poi una giusta … fu un’evoluzione totale … mi sono dedicato più di prima alla camera oscura … ci ho perso dentro un sacco di tempo … e poi altra passione collegata è stata l’arte .. quella moderna … una mostra che mi ha letteralmente spaventato fu quella di Vedova al Palazzo Correr di Venezia dove ho visto la trasformazione di Vedova dalla Venezietta banale all’esplosione finale … la guerra, la contestazione …queste cose influiscono … dopo te le ritrovi nei tuoi lavori … il divertimento in camera oscura era quello di far lavorare la fantasia …

interv: .. la fantasia prima o al momento del clic o dopo?

Zordan: .. per il momento del clic ho avuto posti preferiti come Cannareggio, il porto di Grado, l’acqua con i suoi riflessi … ma l’opera arrivava dopo in camera oscura … si partiva già con un’idea di un qualcosa che poi si concretizzava al buio … sono stati begli anni … poi ho cominciato a diventare orbo e ho messo da parte il 6x6 … ho dovuto usare l’autofocus … certo gli automatismi moderni ti facilitano ma c’è il rischio che il cervello non lavori più .. poi la carta e gli sviluppi moderni sono tecnicamente perfetti … troppo … impossibile sbagliare .. anche se lo vorresti magari …mentre alcuni esperimenti mi sono riusciti per caso … ad esempio una scossa del terremoto del Friuli fece cadere una bottiglia nella vasca dove stavo stampando … le foto vennero tutte bianche e lì scopersi la possibilità di intervenire sulla stampa con … con la varecchina specialmente con la carta politenata  .. e poi altra casualità … quando morì Fochesato mi feci dare da Beppo Fornasa una vecchia scatola dei ritocchi colorati che Otello usava per colorare le cartoline … lì imparai anche i modi delle colorazioni personali … sono passati 50 anni …

interv: parlando di allora, dei tuoi compagni d’arte come giudichi adesso i vari personaggi, il loro gusto, la loro estetica ... ad esempio Elio Rossato...

Zordan: .. Elio ha avuto due o tre periodi … era sempre comunque in grado di realizzare situazioni molto particolari di gran valore … Elio prima della neve astratta era già su quella strada … una volta a Burano al mercato del pesce fotografò la strisciata di sangue di un pesce decapitato sul bancone … era già un’astrazione … gli altri .. noi siamo andati tutti un po’ al suo traino … Cavattoni amava le geometrie, i chiaroscuri netti … Valsecchi faceva le fotografie tradizionali … paesaggi … del resto era difficile uscire dalla mentalità dei concorsi che avevamo accumulato per  anni …

interv: .. quello che quei tre-quattro maestri dal 1971 svolsero fu in fondo tentare di far saltare per aria la antiquata, polverosa filosofia della vecchietta …  fu cosa episodica o cosa...?

Zordan: beh certo ha lasciato il segno in noi anche dopo che abbandonammo Fotoricerca … la mia uscita, quella di Elio e di altri avvenne in conseguenza dell’allontanamento da parte della proprietà di qualcuno per ragioni extraartistiche … quando Ferrio .. a quei tempi era a capo del partito liberale locale … ci disse, un po’ illiberalmente, :  certa gente in sezione fotografica non la vogliamo,  noi capimmo che allora non potevamo accogliere chi volevamo e ce ne andammo .. ci comprammo ognuno l’ingranditore e lasciammo il testimone a Loris e a Beppo Fornasa …. era il 1976  … la nostra Fotoricerca  non ebbe una vita lunga … .

interv: … prima d’uscire avete contribuito in modo determinante alla mostra su aspetti urbani di Valdagno nel 1972 ... non vi siete chiesto come poteva succedere che dopo quasi un anno di propaganda per l’astrazione adesso vi si chiedeva di fotografare facciate?

Zordan:  … no!  fu un’esperienza bellissima … c’è modo e modo di ritrarre una facciata … lo imparammo con quel lavoro e fu una gran mostra .. davvero bellissima …. bene .. per venire all’oggi io continuo a fare esperimenti e ricerca … sono convinto che il futuro stia nel digitale