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Marco Ugo Magnani, fotografo                                                                        

 

Intervistatore: quali sono i tuoi inizi con la fotografia?

Magnani: ancora giovanissimo, ho conosciuto la fotografia come passione familiare, sebbene non capissi, mi incuriosiva quella scatola di cartone con tutti i disegni colorati che faceva delle foto sbiadite e sfuocate. Solo dopo qualche anno, ed il primo corso di fotografia presso la Fotoricerca, capii che si trattava di una camera oscura a foro stenopeico, e da questa inizia la mia avventura.

   Quello che le esperienze giovanili portano sono tanta emozione e pochi risultati, infatti, il mio “giocare con le immagini” veniva paragonato con i risultati ottenuti da altri che vivevano la fotografia come un hobby domenicale fisso o come una continua ricerca di miglioramento.

Interv: quando è incominciato un interesse più serio?

Magnani: .. si deve arrivare alle prime vere esperienze della vita, i così detti viaggi estivi all’estero, per vedermi alla prova con la difficile arte del reportage ed a conoscere le prime  verità: “ottenere risultati non è certo facile”.

   Dai vent’anni in poi ho sempre cercato di avere a “portata di mano” la macchina fotografica per immortalare gli avvenimenti di una Padova universitaria, di un militare in viaggio dal nord al sud dell’Italia e qualche occasione di foto “presa al volo”. Inoltre per dare una nota di poesia, copiando i grandi di quest’arte, usavo una macchina a telemetro di quarta mano. Alla fine i risultati, con un notevole consumo di pellicola, sono arrivati.

Interv: il tuo atteggiamento attuale verso i vari linguaggi fotografici?

Magnani: .. oggi, dopo aver passato più di metà della mia vita a contatto con il mondo della fotografia, non pretendo di usare la giovane arte dello “scrivere con la luce” in modo fantasioso od astratto, ma come mezzo di reportage dei viaggi e dei momenti che considero particolari, e meritevoli di ricordo e d’emozione. Sono quest’ultime che rimangono dopo qualche tempo impresse sulla carta: il Ricordo, per aver vissuto quell’istante, e l’Emozione, che dona l’immagine nelle sue forme, geometrie, colori e nell’espressione di chi è stato colto nell’atteggiamento naturale della propria vita non pronto ad essere fissato da un obiettivo.