Pierangelo Slaviero, fotografo
intervistatori:
e allora Pierangelo cosa ci dici della tua passione artistica … non è mai
stata in conflitto con la tua preparazione tecnica?
Slaviero:
no … sbagliato pensarlo … ho 40 anni e per professione faccio il chimico e
per passione il fotografo .. anche per un motivo di famiglia …. sono sposato e
ho una figlia che di sicuro è tra le più fotografate bambine di Valdagno ..
comunque ho iniziato a fotografare nel 1992 in occasione di un viaggio negli
Stati Uniti .. a quel tempo non avevo nemmeno una fotocamera mia, così sono
andato a prestito da mio fratello .. fino ad allora in effetti avevo sempre
snobbato la fotografia e la decisione di iniziare è stata presa in sostanza per
un “dovere” verso i parenti di riportare a casa qualche immagine di posti
lontani … in un mese di permanenza là feci soltanto 4-5 rullini tanto che
qualcuno dei miei amici di quei tempi mi disse: “Se andassi in America io ne
farei dieci volte tanti!” … a questa considerazione se ne deve aggiungere
un’altra … al ritorno dal viaggio la fotocamera di mio fratello smise di
funzionare ed fu buttata via .. ora da queste premesse una persona ragionevole
avrebbe tratto un’ovvia conclusione: la fotografia non fa per te! … non solo
sprechi una occasione d’oro facendo pochi miseri e discutibili scatti in un
ambiente ricchissimo di spunti e che forse non rivedrai mai più, ma non
contento massacri il mezzo meccanico che ti si rivolta contro e se ne va in
pensione .. beato lui
interv:
… beh si sa che non sempre la scelta migliore è ubbidire al buon senso ..
anzi …
Slaviero:
.. infatti la storia non ha preso questa piega per l’ottimo motivo che
evidentemente non sono poi così ragionevole … dopo quel viaggio è iniziata
per me l’epoca della fotografia, con il primo acquisto di una fotocamera,
l’unica comperata nuova finora per me, a cui è seguita una vera e propria
babele di compravendite di corpi e obiettivi … e per diversi anni ho
fotografato “a braccio”, senza una guida precisa, riuscendo talvolta ad
ottenere risultati piacevoli … questi ottenuti certamente per le situazioni
oggettivamente belle in sé ma anche per riprese fatte in modo corretto sia dal
punto di vista dell’esposizione sia dell’inquadratura … ecco potrei dire
che io vivevo la fotografia quasi come mezzo per “possedere” le cose che
vedevo … fossero splendidi paesaggi di montagna o volti di persone sconosciute
… portare a casa un rullino con le immagini catturate durante i viaggi faceva
sì che sentissi che comunque non avevo lasciato là proprio tutto … di certo
è un sentimento comune tra chi fotografa … però ora per me è solo in parte
il motivo che mi muove a fare …
interv:
… intendi che c’è dell’altro? motivazioni
più importanti?
Slaviero:
.. questo “altro” c’è eccome! .. è ciò che fa la differenza tra una
bella foto e una foto bella.
interv:
… che differenza? … sembra un gioco di parole per fare colpo …
Slaviero:
.. calma … determinante per me è stato l’ingresso in Fotoricerca nel 2001
.. determinante per comprendere questo fatto … la voglia di entrare in questo
club fotografico l’avevo da molto tempo ma svariati impegni me lo avevano
sempre impedito … poi finalmente sono riuscito a frequentarlo e la mia vita
… fotografica .. da tranquilla e serena si è trasformata in una odissea …
che c’entri col 2001?
interv:
… beh l’11 settembre di quell’anno non ci ha dato il più sereno degli
eventi storici …
Slaviero:
.. forse sì … dopo la prima o la seconda serata tutte le mie certezze
granitiche e indistruttibili sull’immagine crollarono come le Torri Gemelle
… per non parlare delle motivazioni alla fotografia … mi trovai a confronto
con personaggi la cui filosofia si basava sul seguente feroce dogma: tutti possono fare brutte foto, basta che non le portino qui a farcele
vedere!” … e questo quando erano di buon umore perché a volte era
peggio ..
interv:
… roba da stroncare ogni vocazione … ingenua …
Slaviero:
.. oh Dio sì … per fortuna mi ha fatto bene il consiglio di un socio che,
alla fine della prima serata, scendendo le scale, mi ha detto che condizione
necessaria per frequentare Fotoricerca è di non essere permalosi … per me
questa frase dovrebbe essere scritta in grande evidenza sopra la porta di
ingresso della sede … ad ogni buon conto conoscere persone più brave di me a
fotografare e sicuramente più avanti nel cammino di ricerca mi ha fatto
cambiare mentalità nei confronti della fotografia
…
interv:
… tecnicamente quali furono i contributi alla sua maturazione fotografica che
gli vennero dall’esperienza Fotoricerca?
Slaviero:
.. potrei dire … beh la prima lezione importante fu di imparare a guardare
dentro l’obiettivo .. sembra cosa banale e invece spesso non si osserva
attentamente quello che si inquadra e così nelle foto compaiono fili della
luce, cestini delle immondizie, mezze persone, un pezzo di automobile, ecc, che
di sicuro non c’entrano niente ad esempio con la cascata ornata di un
arcobaleno che si vuole immortalare .. come conseguenza bisogna imparare a dire
di no agli scatti inutili .. se un elemento disturba la foto e non si riesce a
toglierlo è meglio rinunciare al clic … quindi bisogna osservare quanto ci
circonda con l’occhio del fotografo per saper scegliere cosa togliere e cosa
lasciare … si sa che spesso si passa cento volte davanti a soggetti
interessanti e non ce ne rendiamo conto … in me questo fatto ha scatenato ad
esempio la passione per la macrofotografia … infine molto importante fu
imparare a essere critici nei confronti delle proprie foto … un compito spesso
difficile … con gli altri è facilissimo .. molto meno con noi stessi .. e
infine altra legge fondamentale è scegliere un soggetto, un tema, un tipo di
foto, una tecnica e sviluppare il progetto fino in fondo per mezzo della propria
sensibilità e dei propri gusti ma specialmente per mezzo di una estrema
accuratezza nel fare ..
interv:
… darsi un’estetica personale .. un proprio stile da realizzare con un
operare rigoroso …
Slaviero:
.. oh sì … il proprio stile … fatto di scelte dei soggetti e dei modi per
meglio rappresentarlo .. basta guardare le foto dei parenti, degli amici e poi
le proprie per capire … la frequenza a Fotoricerca mi ha indotto a concentrare
i miei sforzi su alcuni temi … quelli che preferisco sono la macrofotografia,
soprattutto di natura: legno, ghiaccio, cristalli, ecc. … amo stare nei
boschi, da solo, lontano dai luoghi frequentati … là spesso bastano pochi
metri per passare da un mondo chiassoso e distratto alla pace e al raccoglimento
di un ambiente naturale … basta solo voler cercare l’alternativa!
interv:
… un tecnico poeta ..
Slaviero:
.. boh forse sì … amo la tecnica in sé
… sono un chimico e mi piace provare soluzioni letteralmente diverse
… in effetti non riesco a scindere la mia formazione scientifica dalla
passione per la fotografia cosicché talvolta applico qualche “teoria” alle
immagini come nel caso di un altro intrigante tema che ho iniziato … quello
delle foto eseguite con luce bipolarizzata su cristalli e su particolari oggetti
trasparenti … nel 2002 poi un altro colpo di fulmine
.. l’approccio al bianco e nero … il bianco e nero è per me
attualmente il campo su cui convoglio la maggior parte dei miei sforzi .. e
anche in questo caso i soggetti prendono ispirazione dal mondo naturale ..
paesaggi, alberi, legno, ghiaccio sono i temi che più mi appassionano … sto
finendo lo spazio e mi accorgo di non aver ancora risposto alla domanda: “..
perché fotografi? … perché hai fatto quello scatto invece di un altro?”
… è questo un tarlo che Fotoricerca mi ha messo dentro e così è
stato per tutti … rispondere a questa domanda è per me, per ora, piuttosto
difficile perché non voglio rischiare risposte banali … direi che se una mia
immagine crea qualche emozione negli altri significa di riflesso che sono
riuscito a comunicare un mio stato d’animo .. ecco è questo forse il motivo
per cui fotografo in un certo modo … è un ragionamento alla rovescia: la
fotografia parla per me, è lei che fa dire a chi la guarda che si nota che lo
scatto ha un retroscena di meditazione e studio..
per ora è così .. più avanti verrà forse il momento nel quale, ancor
prima di partire da casa, potrò presumere di sapere il perché sto andando in
quel posto a fare quello scatto per cercare di comunicare agli altri le mie
emozioni … una cosa mi è comunque chiara .. l’approccio alla fotografia non
può prescindere dalla maturazione personale
… sì .. riprendendo il discorso del senso di possesso fatto sopra
direi che questo per me è un esempio emblematico … ho liquidato
l’atteggiamento di andare in montagna con la mentalità consumistica del tipo: da come scelgo la
montagna, la vetta e da come la fotografo tutti vedono quanto bravo sono stato ..
ora punto ad un approccio più umile, di ricerca di sintonia con l’ambiente,
di immersione direi fisica con il silenzio, il vento, la neve … la pioggia ad
esempio certamente fa cambiare il tipo di soggetto, di inquadratura e modifica
la scala delle priorità nella scelta degli oggetti da riprendere … insomma
questo cammino deve andare di pari passo con la maturazione personale …
concludo con un autoaugurio: spero che le analisi e le discussioni, in occasione
del sessantesimo o meglio del settantacinquesimo anniversario di fondazione del
Circolo Fotografico prima e di Fotoricerca dopo, riescano a darmi le risposte
che per ora sono avvolte ancora in una nebulosa di incertezze
…